Corde Oblique – Back Through The Liquid Mirror

CORDE OBLIQUE

Back Through The Liquid Mirror (2018)

Dying Art

 

Le Corde Oblique ne hanno fatta di strada: dopo sei album in studio e centinaia di recensioni ricevute, migliaia di chilometri percorsi e numerosi concerti in ogni angolo del globo (la lunga tournée in Cina del 2015 ne è il fiore all’occhiello), quasi a festeggiare in anticipo i tre lustri di attività (e i quasi vent’anni di attività del suo ideatore) si regalano Back Through The Liquid Mirror.

Back Through The Liquid Mirror è il primo disco live del progetto Progressive-Ethereal-NeoFolk creato da Riccardo Prencipe (chitarra acustica, classica ed elettrica) e racchiude la rilettura dal vivo, realizzata attraverso lo “specchio liquido” del presente, di alcuni classici della band (e due cover profondamente personalizzate, Fliyng degli Anathema e Kaiowas dei Sepultura, già riprese in passato, rispettivamente, negli album “Volontà d’Arte” e “The Stones of Naples”). Non siamo al cospetto di una mera, asettica, raccolta antologica di brani, siamo, invece, di fronte ad un album vero e proprio, un lavoro in cui tasselli tratti dal vasto repertorio del progetto vivono una nuova vita, s’impreziosiscono di quella “esperienza” che si assimila con il trascorrere del tempo, acquistano nuova luce e si differenziano dagli originali per quell’impatto live che li rende più diretti ed autentici. È tutto spontaneo, viscerale, un fiume in piena che sgorga direttamente dal cuore di Prencipe e soci, pervade gli ambienti dello Splash Studio di Napoli e fluisce nel supporto fisico del disco.

Nonostante negli album precedenti la formazione delle Corde Oblique sia sempre stata piuttosto “fluida”, Prencipe, per l’occasione, ha raccolto intorno a sé alcuni dei più fidi collaboratori (nonché ormai parte integrante del progetto e formazione stabile sul fronte live): Annalisa Madonna (voce), Edo Notarloberti (violino), Umberto Lepore (basso), Alessio Sica (batteria) e Luigi Rubino (piano).

Le corde mediterranee e placide di Prencipe che aprono Arpe di vento, il brano che dà il via a Back Through The Liquid Mirror, avvolgono la quasi eterea voce di Annalisa Madonna disegnando un idilliaco paesaggio alla Hautville. Quando il violino di Notarloberti fa il suo ingresso sulla scena, l’atmosfera muta, si fa più corposa, acquista elementi folkeggianti, e persino la voce di Annalisa si fa più consistente. E poi, più avanti, anche Sica pone il suo “carico” trascinando tutti sino al termine.

Malinconica appare Flying. Dopo le dolorose note iniziali di Notarloberti, il brano si sviluppa attraverso fraseggi sonori che, a tratti, ricordano i Fairport Convention. La voce di Annalisa Madonna è magnetica e intensa, mentre violino e chitarra si fondono perfettamente creando intrecci dal timbro classicheggiante ricchi di pathos e le ritmiche supportano il tutto con passione. La seconda parte dell’episodio, aperta dal solo Prencipe, cresce lentamente ma costantemente sino a compattarsi intorno al violino in un percorso solenne e molto “caldo”.

Venti di sale. Il suggestivo intro di piano realizzato da Rubino non lascia minimamente anticipare l’esplosione di colori che giungerà di lì a poco. Le robuste ritmiche di Lepore e Sica concedono (in parte) spazio ai preziosi orditi di chitarra e violino, mentre la voce si libra magicamente e si lascia trasportare (e trasporta, a sua volta, nella “caduta” centrale).

Romantica e intensa Papavero e memoria, confezionata quasi integralmente dal fitto scambio di battute tra chitarra e violino, in un quadro dalle tonalità alla Musk Ox, con le ritmiche che lavorano senza affanno nelle retrovie.

Altalena di emozioni in Averno. Se la partenza è soft ma malinconica, con una poeticità che rimanda ai New Trolls di “So che ci sei”, ciò che segue è un piacevole percorso dal caratteristico elemento folkeggiante, molto evocativo, con il solito arco e le solite corde sugli scudi in perfetta sintonia con Annalisa e le ritmiche, tutti partecipi nel costruire uno scenario che trova nei Lingalad (e un pizzico di Pentangle) i “parenti più stretti”. E a seguire il saliscendi si ripete con soluzioni a tratti differenti ma sempre godibili, articolate e vigorose.

Le pietre di Napoli. Molto dolce il canto di Annalisa Madonna posato teneramente sulle soffici note di chitarra e sulla successiva dinamica andatura orchestrata da Sica e Lepore. Notarloberti tiene a freno il suo strumento ma nell’aria c’è qualcosa che ne anticipa una sua contenuta deflagrazione, evento che accade negli ultimi minuti chiudendo il brano in un vorticoso finale trascinato dalle pelli.

Leggera come una piuma si leva My pure amethyst. La candida voce di Annalisa veleggia senza ostacoli sul tocco minuzioso di Prencipe. Ritmiche e violino aggiungono, in seguito, solidità al brano senza scalfirne la sua “aurea”.

Suono su tela. Il continuo scambio chitarra/violino, sognante e avviluppante, regala brividi. C’è tanta poesia e tanta malinconia nelle loro note. Tutto si fa drammatico quando il piano di Rubino si catapulta sul “palco” e Sica ci va giù pesante. Con le distorsioni finali, poi, la tragicità dell’episodio raggiunge il suo apice.

Fresca si affaccia al mondo Blubosforo. Buon ritmo, vivaci arpeggi, vocalizzi eterei, una spruzzata di Quanah Parker: tutto è funzionale alla buona riuscita del nono capitolo di Back Through The Liquid Mirror che, dopo una lieve flessione onirica, riparte con più spinta e convinzione e, grazie al solito gran lavoro di Notarloberti, si sposta su lidi alla Giusto Pio.

Elegante e delicata giunge Cantastorie. La calda voce di Annalisa s’impossessa sin da subito del brano il quale, poeticamente, cresce sino ad esplodere in una ballata folk alla Lingalad, con i puntuali ottimi interventi di violino.

Dopo alcuni istanti di “smarrimento”, Kaiowas si mostra con tutta la sua effervescenza e trova nel tambureggiante Sica la coinvolgente guida ritmica e nel violino di Notarloberti l’interprete principe di una ballata dal sapore balcanico. Annalisa Madonna partecipa alla festa con profondi vocalizzi mentre i cori collettivi finali pongono il definitivo sigillo all’album.

La versione di Back Through The Liquid Mirror distribuita nel solo mercato asiatico è accompagnata da un DVD che racchiude una doppia testimonianza video. Il primo documento è l’intera performance live dell’album, il “dietro le quinte” di Back Through The Liquid Mirror registrato in diretta nello Splash Studio di Napoli, una location di certo inusuale per un live. Nei volti e nei movimenti della band si rivive tutta l’intensità “semplicemente” ascoltata nel disco, si percepisce l’affiatamento che esiste tra i vari elementi ed è piacevole assistere alle fasi di “quadratura del cerchio sonoro” che anticipano ogni brano. Tutto, inoltre, è arricchito da un’intervista, “spezzettata” lungo il video, in cui la band ci lascia entrare da una porta privilegiata all’interno del loro album e della famiglia Corde Oblique. Nel secondo contributo del DVD, invece, assistiamo ad una performance live “usuale”, immortalata dai fan tedeschi durante il concerto al Wave Gotik Treffen di Lipsia del 2012. Le immagini ci restituiscono l’impatto magnetico che la band ha sul palco, le atmosfere ricche di pathos, la passione con cui i cinque artisti si fondono con il proprio strumento (e voce).

“Ecco come siamo oggi a distanza di ben 13 anni”; guardiamoci indietro attraverso uno specchio liquido e vivo: il live.

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