I Dedalus sono una band di Pinerolo (Torino) dall’anima originariamente jazz-prog. Muovono i primi passi nel 1972, nella cantina di una centrale elettrica della cittadina piemontese, con Fiorenzo Michele Bonansone alla voce, violoncello e pianoforte, i fratelli Marco e Furio Di Castri (rispettivamente chitarra-sax e basso elettrico) e pochi mesi dopo dalla nascita entra a far parte del gruppo Enrico Grosso alla batteria.
Nel 1973 vanno a Torino dove propongono una loro registrazione ad una nota etichetta torinese. Il brano viene sì apprezzato, ma rifiutato perché “è come se la vostra musica si trovasse al settimo piano, mentre il pubblico è al piano terreno.., dovreste scendere almeno di qualche piano”. Durante l’estate la band viene invitata al Festival di Avanguardia e Nuove Tendenze di Napoli e diventa la rivelazione del festival. Tre major discografiche offrono contratti per il primo disco, ma il gruppo sceglie una nuova etichetta di Milano, la Trident, che pare garantire una maggiore libertà d’espressione. Nell’inverno esce il primo LP Dedalus con ampia diffusione radiofonica e ha inizio la tournée italiana.
Nel 1974 avviene una svolta improvvisa nei Dedalus. Con l’uscita di Furio Di Castri, il quale intraprenderà una carriera di contrabbassista jazz, viene abbandonato ogni riferimento a generi musicali codificati a favore di una radicale sperimentazione che attraversa musica concreta ed elettronica, improvvisazione e rumore. Nasce così Materiale per tre esecutori e nastro magnetico, anch’esso prodotto dalla Trident.
Tra 1975 e 1977 vengono registrate nuove tracce che restano inedite fino al 1999. Nel frattempo il trio continua ad esibirsi in giro per l’Italia e in Francia. Alla fine del 1979 la band è definitivamente sciolta.
Tra 1980 e 1989 Marco Di Castri si dedica alla realizzazione di video sull’arte contemporanea, per i quali cura anche le colonne sonore.
Dal 1990 il trio, anche se con vari cambi di formazione negli anni a venire, torna in pista riprendendo con la sperimentazione e realizzando concerti. Nel 1996 Enrico Grosso lascia definitivamente la band che l’anno successivo da alle stampe l’album Pia visione, con distribuzione privata.
Nel 1999 lascia nuovamente Marco Di Castri e l’anno seguente Bonansone riforma il gruppo, con un’evoluzione stilistica di orientamento post-minimalista e un nuovo nome: Dedalus-Bonansone. Con questo nome, nel 2004, esce l’album Nomos Apache Alpha.
Nel 2017 la BTF/AMS pubblica Le Ricordanze – The Complete Recordings 1973-2015, un cofanetto che contiene l’intera produzione in studio dei Dedalus, dalle origini fino al 2015, più gli inediti “Pezzi ’94”, la lunga e recente “Dedalus-Ricercare n.1” e “Due estratti dal Concerto al Palasport di Torino (1 maggio 1975)”.
Formazione:
Fiorenzo Bonansone: tastiere, violoncello, voce
Marco Di Castri: chitarra, sax
Furio Di Castri: basso (fino al 1973)
Enrico Grosso: batteria
Collaboratori:
Renè Mantegna: percussioni africane in Dedalus (1973)
Ennio Bonansone: gatto (animale) e suoni elettronici in Materiale per tre esecutori e nastro magnetico (1974)
Discografia:
Album:
1973 – Dedalus (Trident TRE 1001)
1974 – Materiale per tre esecutori e nastro magnetico (Trident TRI 1008)
1997 – Pia visione (stampa privata – Dedalus Studio)
1999 – Inediti 1975/76 + Materiale per tre esecutori e nastro magnetico (ristampa del secondo album più 9 brani inediti – Elica UPP 3220)
2001 – Dedalus + Materiale per tre esecutori e nastro magnetico (ristampa dei due album su unico cd – BTF/Trident TRI 1001 CD )
2004 – Nomos Apache Alpha (album dei Dedalus-Bonansone – BTF/Vinyl Magic VM CD 097)
2017 – Le Ricordanze – The Complete Recordings 1973-2015 (BTF/AMS)
Singoli:
1973 – CT 6 / Brilla (Trident TRN 1001)
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