Un progetto nuovo e sorprendente, che segue il successo di “Fusion Rebirth”, il primo acclamato album del gruppo sardo.
“Planetarium” è certamente un lavoro totalmente diverso e sorprendente.
Se il primo disco della band sarda aveva l’obiettivo di avvicinare alla musica Jazz e fusion anche un pubblico distante da questi generi, nel nuovo lavoro questo presupposto catalizza i nuovi ascoltatori verso qualcosa di più difficilmente classificabile, quindi tipicamente e più decisamente classificabile come ‘Progressive’.
Per raggiungere questo scopo, gli Ozone Park, pur curando nei dettagli ogni loro brano e spaziando come da consuetudine e con grande disinvoltura fra i vari generi musicali, hanno introdotto la componente vocale in due delle loro composizioni e regalato ancora una volta intrecci melodici e armonici complessi e sempre comprensibili, capaci di attirare l’attenzione anche degli ascoltatori poco pazienti o più giovani.
I puristi della Prog sappiano però che si tratta di un lavoro che accontenta anche le orecchie più educate, molto vicino alla scuola di Canterbury, con spunti decisamente meno jazzistici del lavoro precedente, ma spiccatamente più sperimentali.
In questo lavoro sono evidenti le influenze “Zappiane” nella ricerca di testi ironici e (apparentemente) disimpegnati, la scuola dei Wilde Flowers ma anche l’influenza evidente di giganti come i Gentle…. Giant (comunicato stampa).
Tracklist:
- Shuttle A440hz
- Shuttle A442hz
- Kosmos
- Bingo Vegas5
- Ozone Planet
- Rockambolaction
- Nebula
- Pianeta 9
Gli Ozone Park nascono nel 2016 durante un viaggio a New York, proprio all’interno dell’Ozone Park, location situata nei pressi della Grande Mela e lontana dalle mete turistiche più gettonate. Il primo lavoro è nato quasi totalmente nella metropoli americana e ad essa è fondamentalmente celebrato. “Planetarium” invece regala emozioni decisamente più italo-anglosassoni e progressive, evidenziando un forte legame con la musica e non con un genere musicale. Dove andranno gli Ozones in futuro? Considerata la loro camaleontica capacità di suonare (e adesso cantare) qualunque cosa in qualunque modo, siamo certi che riserveranno ancora grandi sorprese.
Componenti:
- Giuseppe Chironi: voce, pianoforte, tastiere, elettronica
- Gianluca Cossu: percussioni, tastiera KorgM1, basso elettrico
- Alessandro Masala: batteria
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