La ragazza obliqua riceve l’oggetto verde, nel teatro più piccolo mai costruito attrice e spettatrice si alternano sulla scena, il cappello di vek conserva i ricordi alla giusta temperatura, la dama in discesa non tornerà mai più a salire. Questi e molti altri accadimenti hanno luogo nei territori della Molkaya, la cui estensione varia a seconda dell’umore delle popolazioni che vi abitano. Gente dedita alla fabbricazione di inutensili, capace di parlare lingue dai significati multipli.
Cronache Molkayane è il primo libro che racconta di una terra della quale in pochi hanno fatto esperienza e di cui mai nessuno ha osato scrivere.
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È scontato affermare che la Molkaya rappresenti l’ennesima espressione dell’intramontabile desiderio di immaginare un altrove. Ma, al di là dell’aver scelto di “rifugiarmi” in un altrove bizzarro e nonsense, quello esplorato nelle Cronache molkayane si è fin da subito rivelato – agli occhi stupiti e disillusi di chi scrive – non propriamente idealizzato. Si è al contrario manifestato come un altrove irrimediabilmente imperfetto, a partire dalle dinamiche relazionali dei propri abitanti, che, per quanto assurdi e stravaganti, non sono affatto immuni da sentimenti e comportamenti che risentono delle debolezze proprie dell’animo umano (ovvero della specie loro gemella, che abita l’indirettamente evocato e non meglio definito Antialtrove).
In libreria e su tutti gli store on-line (Amazon, Feltrinelli, Ibs, Mondadori…) (comunicato stampa).
Per info: https://www.massimogiuntoli.com/cronache-molkayane
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