Roz Vitalis – The Man Whose Wings Were Cut Off

ROZ VITALIS

The Man Whose Wings Were Cut Off (2020)

Autoproduzione

 

A due anni di distanza dallo straordinario “The Hidden Man of the Heart”, e dopo la pubblicazione digitale di alcuni live e singoli, i Roz Vitalis tornano con un nuovo brano: The Man Whose Wings Were Cut Off.

Sempre strumentale, sempre eclettica, sempre di una qualità sopra la media, la nuova opera del progetto russo ha mosso i suoi “primi passi” l’ultimo giorno di primavera del 2019, per concludersi all’inizio del “regime di autoisolamento”.

Il brano, ispirato al vers libre della poetessa Alexandra Neronova, a detta della stessa band “è una delle composizioni più sofisticate e articolate del gruppo, e la sua esecuzione dal vivo, per diversi motivi, non è prevista in futuro”, questo poiché, accanto a Ivan Rozmainsky (tastiere), Leonid Perevalov (clarinetto), Vladimir Semenov-Tyan-Shansky (chitarre) ed Evgeny Trefilov (batteria), troviamo per la prima volta in un brano dei Roz Vitalis degli strumenti etnici, suonati per l’occasione dagli ospiti Serghei Liubcenco (doira, rubab, chitarre) e Igor Luniov (ukulele).

Con The Man Whose Wings Were Cut Off è nata anche una nuova collaborazione sul fronte grafico con l’artista Vyacheslav Potapov, sua la cover.

È la chitarra sofferente di Semenov-Tyan-Shansky ad accoglierci in The Man Whose Wings Were Cut Off. I suoi suoni solitari e malinconici danno poi il LA ad un brano multiforme e complesso, dai forti tratti cinematografici. Le atmosfere possenti e sinistre guidate dai ben presenti tocchi di Trefilov s’intrecciano alle note gobliniane di Rozmainsky e dello stesso chitarrista, in un saliscendi emozionale ricco di dettagli (introdotti anche dagli altri musicisti presenti). E quando tutto sembra affievolirsi tristemente, ecco scendere in campo gli strumenti etnici di Liubcenco e Luniov e la composizione cambia completamente fisionomia, spostandosi su territori world music cari agli Aktuala. Nelle retrovie, intanto, Rozmainsky aggiunge, lentamente, piccoli tasselli che, alla distanza, grazie anche al ritorno in scena della batteria e di Semenov-Tyan-Shansky, riportano il brano sulla “via” iniziale. Per poco, perché, sino alla fine, tutti gli effettivi avranno qualcosa da dire, in un crescendo vorticoso e magnetico che si “spegnerà” solo nei secondi finali.

Un lavoro di qualità che fan ben sperare nell’arrivo, si spera a breve, di un nuovo album.

Per info, ascolto e acquisto: Roz Vitalis

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