Il ritorno discografico dei Fiaba è sempre un evento molto speciale.
A 26 anni dal loro esordio con lo stupefacente “XII L’appiccato” e a 8 anni dal loro ultimo lavoro “La pelle nella luna”, arriva finalmente un nuovo album della cult band siracusana davvero unica per il suo sound, crocevia folk-metal-prog, che qualcuno ha provato a definire “fairies metal” o “elfic metal” con attitudini progressive. Tuttavia i Fiaba non sono catalogabili all’interno di un genere nè di una specifica definizione perchè il centro espressivo è in un indefinibile altrove, un altro mondo che alimenta le visioni di un giullare cantastorie.
“Di gatti di rane di folletti e d’altre storie” è un mondo incantato in cui ogni canzone è un racconto, anzi una fiaba i cui protagonisti si confondono spesso tra perdenti e vincitori, tra amori e disillusioni.
La straordinaria fonte favolistica, la batteria e le chitarre acustiche di Bruno Rubino e la grande espressività vocale (e la teatralità) di Giuseppe Brancato sono i tratti inconfondibili, assecondati ottimamente da Massimo Catena (chitarra), Davide Santo (basso), Graziano Manuele (chitarra).
Il resto è sempre e ancora la magia del Fiaba!!! (comunicato stampa)
“A sentire che il futuro del rock è la contaminazione mi viene da ridere, i FIABA fanno questo dal 1994, dal loro primo album “XII L’appiccato” i FIABA sono la più grande medieval rock band al mondo” (Gianni Della Cioppa – Classix, Andromeda Relix)
“I FIABA sono un incantesimo, musicisti dal suono tagliente potente, ancora una volta misteriosamente soggiogati da forze oscure, per celebrare un nuovo immaginifico album, con racconti tramadati dalla notte dei tempi” (Mauro Furlan – Classix)
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