Intervista a Fabio Zuffanti (2)

Eccoci di nuovo qui. Il 2017 di Fabio Zuffanti è iniziato già alla grande: 13 gennaio, uscita dell’album “Christadoro” del progetto omonimo che ti vede al basso; 10 febbraio, pubblicazione di “Alight”, esordio discografico dei Cellar Noise, dove c’è il tuo “zampino” in qualità di direttore artistico e produttore; 31 marzo, terza edizione della Z – Fest. Partiamo proprio da quest’ultimo “momento”: il tuo intento di rendere la Z-Fest una ricorrenza annuale è ormai realtà. Ti va di presentare questa nuova edizione?

F.Z.: Certamente! Le passate edizioni sono state bellissime ma mi sono accorto che, specie lo scorso anno, avevo messo veramente un po’ troppa carne al fuoco tra band, ospiti e presentazioni varie. Mi fa piacere offrire un ampio spettro di cose interessanti ma si rischiava veramente di far fare indigestione al pubblico. Così per questa nuova edizione ho deciso di adottare una maggiore sobrietà offrendo le tre esibizioni dei gruppi da voi citati senza troppa baraonda a ingolfare il tutto. Le sorprese dell’ultimo minuto però non mancheranno.

La Z – Fest vedrà sul palco un incontro davvero straordinario: il tuo esordio musicale (Finisterre) con la tua ultima fatica (Christadoro). Oltre vent’anni separano questi due capitoli della tua intensissima carriera. Come nasce l’idea di unirli sullo stesso palco e, soprattutto, con quale emozione ti appresti a riprendere il cammino FInisterre?

F.Z.: È vero, non ci avevo pensato, anche se non considero Christadoro una “mia” fatica bensì un progetto di Mox Cristadoro al quale io sono stato felice di offrire il mio apporto come bassista e co-arrangiatore. Ma il padrone di casa è lui. Detto ciò Christadoro è comunque la mia ultima esperienza musicale ed è positivo vada a unirsi idealmente alla prima in assoluto. Ritrovarmi coi Finisterre è bello, siamo sempre stati in primis un gruppo di amici e quindi rivederci, suonare le nostre canzoni, ritrovare la nostra peculiare ironia e farci un sacco di risate assieme è una cosa che non può che farmi piacere. I Finisterre sono una band molto talentuosa che secondo me ha saputo esprimere solo in parte il suo potenziale, sono quindi curioso di vedere cosa succederà ritrovandoci a buttare giù idee tutti assieme. Siamo sempre stati musicalmente e caratterialmente irrequieti e spero che il tempo abbia contribuito a smussare certe asperità che a volte minavano la nostra creatività. Per il momento affrontiamo questo concerto con grande emozione, poi compatibilmente con gli impegni di tutti, vedremo di lavorare affinché ci sia di nuovo un futuro per il gruppo.

Facendo un passo indietro verso il 2016 non si può non fare un piccolo accenno a “Symphony #1: Cupid & Psyche”, ultimo lavoro di Höstsonaten. A meno di un anno dalla sua pubblicazione, come ritieni sia stato accolto dal pubblico e dagli addetti ai lavori? Ti ritieni soddisfatto del lavoro?

F.Z.: Beh, direi ottimamente su tutti i fronti, è stato lodato praticamente dal mondo intero come il miglior parto di Höstsonaten e ne sono molto soddisfatto. Sono stato felice, inoltre, di avere avuto la possibilità di portarlo dal vivo con l’ausilio delle coreografie di Paola Grazzi. Anche tutta la band che è stata allestita per i concerti ha fatto un ottimo lavoro e suonare integralmente “Cupid & Psyche” è stato emozionante. Stiamo lavorando affinché questa formula di musica e balletto possa trovare una strada nella prossima stagione dei teatri italiani.

Anche la tua “presenza in libreria”, nel 2016, è proseguita dopo la presentazione di “PROG ROCK! 101 Dischi dal 1967 al 1980” avvenuta nella scorsa edizione della Z – Fest. Innanzitutto grazie alla tua raccolta di poesie (ma non solo) “Il giorno sottile” e poi con “Jeux De Miroirs”, testo scritto da Michel Bilodeau e in cui si racconta la tua storia musicale. Cosa lega il Fabio Zuffanti musicista al Fabio Zuffanti narratore? E come ci si sente ad essere “oggetto” di una biografia?

F.Z.: Scrivere mi è sempre piaciuto tantissimo ma non pensavo che avrei potuto seriamente affiancare questa attività a quella di musicista. Scrivere mi aiuta a mettere in ordine i pensieri e a essere un po’ meno ansioso con la musica; se non avessi trovato questo canale di sfogo probabilmente farei molti più dischi, ma ora come ora preferisco ci siano meno uscite e che queste siano maggiormente ponderate. Il libro con Riccardo ci ha dato grandi soddisfazioni e il volumetto di poesie è stato uno sfizio che volevo togliermi, visto che era materiale che avevo nel cassetto da tempo. Riguardo alla biografia scritta da Bilodeau quello che posso dire è che è stata una grandissima emozione. Sono felice di essere diventato “oggetto di studio” e che addirittura un giornalista canadese si sia preso la briga di imbarcarsi in un’avventura del genere. Ora chiaramente mi aspetto una cosa simile anche da un italiano! 😀 A parte gli scherzi, c’è tanta attenzione e positività attorno alle mie attività, più passa il tempo più le cose si concretizzano e io non posso che esserne lieto.

Ti va di presentarci la tua nuova creatura non musicale in senso stretto, LaZona Booking & Management, nata anch’essa lo scorso anno?

F.Z.: Alla base di tutto c’è una certa frustrazione nel non avere trovato ancora, dopo tutti gli anni di lavoro e le esperienze che ho accumulato, un’agenzia che possa curare i miei concerti. Ho quindi pensato di mettere su questa realtà, che al momento è in divenire e crescerà nel corso del tempo, cercando di capire come muoverci nell’angusto mondo dei concerti nel nostro paese, territorio veramente assai tortuoso, specie per chi fa musica come la mia.

E, sempre nel 2016, dopo aver prodotto l’album “Il Corponauta” de Il Paradiso Degli Orchi, hai “accolto tra le tue braccia” il progetto milanese dei Cellar Noise e prodotto il loro primo album che uscirà, come detto in apertura, il 10 febbraio. Come nasce la vostra collaborazione? Ti va di spendere due parole su questo progetto?

F.Z.: Durante lo scorso Z-Fest sono stato avvicinato dai ragazzi dei Cellar Noise che mi hanno consegnato il loro demo. Io l’ho ascoltato e l’ho trovato maturo da tutti i punti di vista. La prima cosa che voglio quando ascolto un demo è capire se chi suona sa comporre. Della tecnica mi interessa relativamente, mi interessa che si sappiano buttare già delle valide canzoni, lunghe 3 o 20 minuti non importa, ma che ci siano delle idee che colpiscono. Nei Cellar Noise ho trovato tutto: idee, melodie, armonie, arrangiamenti, tecnica, classe. Tutta una serie di cose incredibili considerando la giovanissima età di questi ragazzi. Il mio apporto a livello di direzione artistica è stato quindi piuttosto semplice: ho cercato di mettere in luce il meglio dalle loro idee suggerendo alcune migliorie nella struttura delle canzoni, negli arrangiamenti e nei suoni. Fatto ciò ho supervisionato il lavoro allo Zerodieci Studio, con l’apporto del tecnico Robbo Vigo, per far sì che il prodotto fosse soddisfacente per tutti. Al di là del mio apporto, però, i Cellar Noise sono una band capace e matura, dalle idee chiarissime. Prevedo quindi per loro parecchie soddisfazioni.

E il progetto Christadoro come nasce e come va inteso? Avrà un seguito?

F.Z.: Come dicevo sopra, la paternità del progetto è 100% di Mox Cristadoro. Lui ha avuto l’idea di prendere dei pezzi poco conosciuti di diversi cantautori italiani e riarrangiarli in chiave psych/prog/hard. Conosco Mox da anni e da tempo pensavamo di collaborare, questa occasione è stata quella giusta. Il lavoro coi Christadoro è stato stimolante e mi ha permesso di conoscere dei grandi come Paolo Botta, Pier Panzeri e Andrea Dal Santo, musicisti e persone splendide. Inoltre, non avere la pressione di lavorare a un mio progetto con mie musiche mi ha permesso di affrontare la cosa con la giusta dose di rilassatezza. Alla fine ci siamo divertiti molto e credo che ripeteremo l’esperienza in futuro per un nuovo album.

Qual è, dunque, il bilancio del 2016 di Fabio Zuffanti?

F.Z.: Sto attraversando un periodo interlocutorio che è iniziato nel 2015 e che ricorderò come “il periodo In/Out”, ovvero il cammino che sta conducendo al mio nuovo album. Nel 2016 sono stato impegnato in varie cose ma il grosso dei miei pensieri è stato per tale progetto (ne parleremo oltre).

Tornando alla Z – Fest, ci sarà qualche sorpresa che puoi rivelarci?

F.Z.: Purtroppo al momento non posso rivelare nulla, dico solo che stiamo valutando la presenza di alcuni ospiti a sorpresa ma saranno svelati solo la sera stessa del festival 😉

Guardando, invece, al futuro, una domanda è d’obbligo: cosa bolle in pentola? Lo scorso anno accennasti alla lavorazione del seguito de “La quarta vittima”. Siamo vicini a questa nuova meta?

F.Z.: Eccoci infatti, il mio “periodo In/Out” è in pieno svolgimento. “In/Out” sarà il titolo del mio nuovo album, il successore de “La quarta vittima”, e sto lavorando a questo progetto dall’inizio del 2015. È un qualcosa di vitale importanza, sto mettendo gran parte delle mie energie su questo album che voglio sia realmente qualcosa di epocale. Ma ci sono un sacco di aspetti che vanno ponderati perché tutto esca fuori come l’ho in mente. Pian piano poi tutti gli aspetti di questo album saranno rivelati, per il momento posso dire che in questi giorni siamo finalmente arrivati a un punto fisso riguardante la formazione che ci suonerà. Poi, probabilmente nelle prossime settimane, cominceremo i lavori di pre-produzione e le registrazioni vere e proprie. La sua uscita è al momento prevista per gennaio 2018, prima di questo album non ci sarà nessun altro progetto discografico, salvo forse il nuovo lavoro del mio progetto noise/metal R.u.g.h.e.

Restando concentrati sul tuo futuro, il ritorno dei Finisterre è un primo “campanello” per un qualcosa di nuovo che sta per accadere intorno a questo progetto?

F.Z.: Vorremmo assolutamente pensare a un nuovo album e nei prossimi mesi ci metteremo al lavoro per buttare giù idee.

Nel ringraziarti come sempre per la tua estrema disponibilità, ti auguro il meglio per il futuro e ti faccio un enorme “in bocca al lupo” per questo 2017!

F.Z.: Grazie!!

(Febbraio2017)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *